Sulla guida ne ho sentite delle belle. Dal classico "Con la trazione
posteriore bisogna sempre accelerare mentre con la trazione anteriore no"
fino ai discorsi da bar più allucinanti. Quando sento questi discorsi
confusi, mi tornano in mente le parole di Nanni Moretti che io parafraso
così:
"Chi parla male, pensa male e guida male. Bisogna parlare bene, le parole
sono importanti".
Già, le parole sono talmente importanti che, a volte, vengono usate per
nascondere le carenze di idee o di conoscenze. Questo vale specialmente le
parole tecniche: chi usa paroloni difficili a volte si nasconde dietro le
sue parole.
Dal punto di vista linguistico esiste un gergo automobilistico tecnico che
trae le sue origini dal linguaggio comune o da un gergo tecnico. E questo
"gergo", quando sono nate le automobili, lo abbiamo rubato dalla
descrizione
dei movimenti delle barche: "rollio, beccheggio, imbardata, deriva",
sono
tutti termini nati sul mare al timone delle barche e delle navi.
Ma lasciamo per ora perdere il linguaggio "tecnico" per vedere
l'etimologia
di alcune parole molto semplici usate nella guida: da dove derivano? Perché
le usiamo per descrivere il mondo delle auto e della guida? Dove le abbiamo
prese?
Ecco allora a voi alcune curiosità.
"Guidare" deriva dal germanico "vitan" che voleva dire
"indirizzare".
"Volante" deriva dal latino "volàre" detto del volo degli
uccelli.
"Sterzo" è d'origine longobarda e dapprima doveva significare il
"manico
dell'aratro".
"Freno" dal latino "frenu (m)" che deriva da "frendere"
che significa "lo
stridore dei denti del cavallo", un evidente richiamo alla guida dei
cavalli
attraverso le briglie e allo stridore delle ruote bloccate in frenata.
"Acceleratore" deriva dal latino "celere" che significa
"svelto".
"Cambio" dal latino tardo "cambiare", ha origini galliche e
descriveva la
professione dei "cambiavalute" o "cambiamonete".
"Frizione" dal latino "frisare", in italiano
"fregare" e in "romagnolo"
sfregare.
"Sbandare" deriva da banda (insieme di uomini, di soldati) e descrive
la
situazione di un esercito in fuga (separarsi, prendere direzioni diverse).
"Voltare" dal latino "voltàre" e "vòlvere" in
italiano volgere.
"Pilota" ha origini complesse, ma probabilmente deriva dal greco
"pylòtès"
che deriva da "pylè" che significa "entrata" (forse come
entrata del porto)
e questo ci riporta alle origini marinare del nostro gergo.
Ma ci sono anche espressioni gergali o modi di dire che fanno parte della
cultura automobilistica, specie di quella dei guidatori più scatenati:
"doppietta, punta tacco, derapata controllata, four wheel drift, cross arm,
controsterzo, pendolo, blocco di ponte" e tante altre. Vediamole.
"Pendolo": famosa tecnica di guida ideale per farsi male, fare dei
danni
alla macchina o per finire fuori strada come un deficiente. Detto anche "di
Focault" in memoria dell'inventore di questa tecnica che, provandola per
primo in Francia, passò a miglior vita. Non serve a un tubo. Se però vi
trovate su una strada sterrata potrebbe essere un modo per far voltare la
vostra auto, ma ce n'è uno migliore: andare più piano.
"Doppietta": indispensabile quando prendete di nascosto la Fiat 500 di
vostra nonna che non ve la vuole prestare perché gliela scassate di sicuro.
Consiste nel dare un colpo al cerchio e uno alla botte per favorire l'innesto di una marcia. "Doppietta" appunto per la
"doppiezza" della manovra.
"Braccia incrociate" o "Cross arm" in inglese: posizione del
kamasutra
automobilistico che risale all'osservazione dei piloti formula uno anni '60.
Da qui deriva anche la mania delle braccia completamente distese: poiché in
formula uno i piloti guidavano sdraiati (per ragioni aerodinamiche), si
sdraiava anche il gasato sulla Fiat 500, mettendo il sedile guida più
indietro possibile. I più estremi si sedevano direttamente sul divano
posteriore.
"Derapata controllata": l'attimo che precede l'impatto con un platano.
"Controsterzo": manovra contro natura tipica degli omosessuali del
volante.
Da non confondere con "retromarcia".
"Blocco di ponte": grave trauma psichico che tormenta chi compie un
testa
coda su un ponte e si rifiuta successivamente di attraversare tutti i ponti.
Questo spiega certe code in autostrada in prossimità dei viadotti.
"Punta tacco": manovra di guida da effettuare con i piedi e non con
gli
occhi. Infatti, se vi guardate i piedi durante l'esecuzione del punta tacco,
potreste perdere la traiettoria ideale e trovare quella dei vostri sogni.
"Punto di corda": definisce il limite di sopportazione della vostra
auto. Se
tirate troppo, il punto di corda si rompe.
"ABS": sistema antibloccaggio per evitare la frenata a piedi bloccati
così
diffusa nei cartoni animati. Se non lo avete, potreste finire a ruote
bloccate in fondo al canyon come "Willy il Coyote".
"Strada provinciale": detto di strada povera di cultura e di semafori.
"Curva piena": classica curva veloce, difficile e piena, o
"pregna", di
insidie. In nove mesi partorisce molte auto da rottamare.
"Four weehl drift" o "scivolata sulle quattro ruote":
momento in cui diventa
utile quel santino sbiadito con l'effige di San Cristoforo che tenete sul
lunotto.
"Arrivederci, guidate con prudenza": frase gentile pronunciata da voce
femminile all'uscita dal casello autostradale che subito viene seguita da
una serie di imprecazioni pronunciate da rude voce maschile. A Napoli si usa
anche, come risposta, strofinare il cornetto rosso appeso allo specchio
retrovisore. Aiuta.
Nel frattempo buon viaggio e buone curve. Ricordate il caro Jorge Louis
Borges, poeta argentino divenuto cieco che ci vedeva benissimo e diceva:
"Non esistono due monti uguali, ma la pianura ovunque è una e
medesima".
Basta sostituire alla parola "monti" la parola "curve" e
alla parola
"pianura" la parola "autostrada" e avrete la traduzione del
suo pensiero in
ottica automobilistica.