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Da: "Il Gazzettino di Vicenza"

 

Martedì, 19 Novembre 2002

LA TRAGEDIA AL RADUNO MUSICALE «Arresto cardiocircolatorio per intossicazione». Ma solo oggi l’autopsia chiarirà le vere cause della morte di Lisa Ferracin, 19 anni, di Thiene
Tradita dalla passione per la musica rap e techno
Aveva detto ai suoi genitori: «Vado a Cesuna, da amici». Invece era a Pianoro (Bologna), dove all’alba è stata colta da malore
Thiene

I suoi genitori la credevano a Cesuna, ad una festa di amici. Invece lei era a Pianoro (Bologna), attratta dalla sua passione: la musica rap e techno. All'alba, un malore, la corsa all'ospedale S. Orsola di Bologna e la morte per arresto cardiaco nella mattinata di ieri. Per Lisa Ferracin, 19 anni, molto conosciuta a Rozzampia, frazione di Thiene, non c'è stato più nulla da fare.

Una ragazza come tante, Lisa. Diplomata all'Ipsia Garbin, allegra, spensierata, amante della musica moderna, la ragazza aveva iniziato a lavorare da qualche tempo. Ma Lisa aveva un grande, smisurato amore per il "rap", tale da spingerla fino nel bolognese, nella sala polivalente del centro sportivo Star City, dove si teneva il raduno "Star Fuckher". È lì che si è sentita male, attorno alle 5,30 del mattino.

Ora, per conoscere le cause della morte si dovrà attendere l'esito dell'autopsia. Per il momento, si sa solo che la giovane è deceduta per arresto cardiocircolatorio dovuto a intossicazione. E ieri sera, nella chiesa di Rozzampia, la parrocchia di Lisa (abitava in via Ca' Orecchiona) , oltre al papà Bruno, impiegato in questura a Vicenza, alla mamma Claudia e al fratello Luca, c'erano proprio tutti gli amici a recitare il rosario, tra lacrime e sguardi increduli, di chi non riesce a capacitarsi di questa fine.

Nessuno ha voluto commentare quanto accaduto; tutti, dai genitori ai parenti agli amici (a Lisa piaceva frequentare il "Coco Bongo", il locale meta di quasi tutti i giovani thienesi), si sono raccolti in preghiera attorno al parroco don Romeo, che ha chiesto all'intera comunità di raccogliersi attorno a una famiglia «colpita dal più grande dei dolori: la morte di un figlio».Valerio Bassotto