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Correva l’anno 1984, ed è proprio il caso di dire Correva, perché in
quell’anno sono successe tante cose nel mondo delle corse. Una di queste
poco nota. La sfida tra i piloti della Formula 1 sulle nuovissime Mercedes
190E sull’ancora più nuovo circuito da F1 del Nürburgring. La gara aveva un
significato particolare perché rendeva omaggio al nuovissimo ‘Ring, un
circuito finalmente sicuro e moderno, e alla persona di Niki Lauda, che 8
anni prima con la sua Ferrari 312T aveva chiuso per sempre la storia della
F1 sul vecchio ‘Ring. Ovviamente rendeva anche omaggio, in termini
pubblicitari, alle nuovissime berline della Stella che stavano per
conquistare il mercato dando vita a un filone di grande successo, ovvero
quello delle berline quattro porte comode, lussuose e velocissime, filone
poi percorso sia dalle ammiraglie italiane sia dalle rivali dirette
bavaresi, che da lì a poco avrebbero cominciato la lunga saga delle M.
Ma torniamo ai fatti, senza divagare. La storia è una storiella breve in sé,
nonostante le numerose e nobili premesse. Breve ma succulenta, anche e
soprattutto perché a viverla e a farla vivere per sempre ci hanno pensato
due personalità uniche e, in quel momento, diametralmente opposte nella loro
posizione rispetto alla Formula 1. Una è il giovanissimo Ayrton, matricola
proprio in quegli anni con le Toleman-Hart di F1, e l’altra è il nostro caro
Enzo Ferrari, ormai alla fine della sua immensa carriera con le rosse
monoposto, ma ancora in grado di fare e disfare auto, campioni, imprese e
leggende. Questa storiella forse è una di quelle leggende… Per certi versi
ricorda quella del GP di Monaco sotto il diluvio quello stesso anno…
Ed eccoci ai fatti. Nel 1984 l’illustre Niki Lauda organizza una gara per
celebrare il nuovo Nürburgring. Sulla griglia di partenza vengono schierate
per l’occasione 20 Mercedes 190E 2.3-16, tutte perfettamente di serie e con
gomme stradali: le 20 Stelle attendono i loro piloti, che in
quell’occasione, ghiotta occasione promozionale, sono tutti famosissimi
piloti di F1. A bordo quindi saliranno una sfilza di autentiche leggende:
Lauda, Hill, Hunt, Jones, Prost, Moss, Rosberg, Reutemann, de Angelis,
Scheckter, Surtees e Fittipaldi. Anzi no: quest’ultimo all’ora stabilita
aveva trovato di meglio – o di peggio, non si sa – da fare che venire a
divertire il pubblico facendo scodare le grosse e grasse berline teutoniche.
Emerson Fittipaldi, insomma, ha avuto un imprevisto e così viene sostituito
da un suo connazionale, il giovane 24enne sconosciuto di nome Ayrton Senna
appena arrivato nel circus della F1. Sfortuna, o fortuna, vuole che quel
giorno la pista sia anche bagnata. E allora? E allora adesso la gara non è
più una passeggiata. Dopo le prove del giorno prima il professor Prost parte
in pole position ma già al primo giro è chiaro che solo uno di loro,
illustri piloti, disegna traiettorie incredibili e precisissime, volando
letteralmente dove gli altri arrancano: è quel giovane Senna. A vederlo
sembra un rapinatore che scappa in una sequenza di Cobra 11 o di un film su
Vallanzasca. La berlina però non ha a bordo quattro brutti ceffi con il
passamontagna, bensì Ayrton Senna. Che piano piano se ne va indisturbato.
Morale: Senna vince la gara davanti a Lauda e Reutemann. Sul podio si
festeggia, anche perché ci sono tutti. C’è anche Surtees e lì accanto Enzo
Ferrari. John Surtees ricorda di avergli lasciato un appunto: «se vuoi
rimettere in sesto la squadra con il pilota giusto dovresti prendere questo
giovane Senna». Il Drake avrebbe dovuto accettare il consiglio. Preferì
invece pentirsene per il resto della sua vita, sapendo forse che non avrebbe
fatto in tempo a vederlo campione del mondo per la prima volta nel 1988…
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