Il sistema RTMI
Negli anni '60 in Italia la Sip
pensò di mettere a disposizione dell'utenza un sistema radiomobile di
conversazione e di avviso. Nel 1969 era stato presentato al ministero PT un
piano tecnico per ottenere le necessarie frequenze. Problemi tecnici agli
apparati rimandarono il debutto della telefonia mobile italiana al 1973.
Il sistema RTMI, il cui
acronimo significa Radio Telefono Mobile Integrato,
nasce in Italia nel 1973 ed è il primo sistema radiomobile pubblico del nostro
paese che è tra gli ultimi in Europa a mettere a disposizione dei cittadini un
sistema per la comunicazione mobile.
l'input viene dato da scelte
politiche nel 1972 che spinsero SIP ad investire in nuove tecnologie al fine di
far stare il nostro paese al passo degli altri all'interno dell'Europa.
La sperimentazione del sistema
cominciò nel 1970 e già nel 1972 la rete venne usata per il
servizio radiomobile di avviso, i lavori di
ampliamento della rete proseguirono e nel 1981 si aveva la copertura quasi
totale del territorio nazionale.
Tecnicamente utilizzava la banda dei 160mhz con 32
canali bidirezionali e con capacità massima di 5000 utenze. All'inizio le zone
coperte dal segnale erano quelle di Milano e Roma per poi estendersi alle
principali autostrade e i centri urbani da esse attraversate; le zone portuali,
quelle commerciali e quelle industriali (vedi immagine a fondo pagina) Si
intuisce quindi come il radiomobile negli anni '70 fosse destinato ad un uso
prettamente lavorativo.
Il sistema aveva molte limitazioni
che ne frenarono la diffusione: non esisteva la possibilità di chiamare direttamente
l'abbonato, ma si doveva passare per un operatore telefonico al quale bisognava indicare nel caso si volesse chiamare un altro radiomobile (la cosa valeva
anche se da fisso si voleva chiamare il radiomobile. L'utente che intende
chiamare deve indicare al centralinista la cella di copertura del radiomobile in
oggetto), la cella alla
quale si appoggiava quest'ultimo (le celle avevano comunque dimensioni molto
maggiori rispetto a quelle GSM, si parla di poche decine di km di raggio). A
differenza del sistema AMPS americano però, se da
radiomobile si voleva chiamare un telefono fisso lo si poteva fare direttamente
senza passare dall centralino. La comunicazione inoltre
si degradava qualitativamente mano a mano che ci si allontanava dalla stazione radio
alla quale si era collegati e cadeva quando si passava da
una cella all'altra; non era possibile fare handover automatico e quindi una
volta usciti dalla copertura di una cella si interrompeva la conversazione, ci
si doveva ricollegare ad altra cella e ricominciare, sempre passando per il
tramite del centralino. I terminali erano di tipo
veicolare, dato che per l'ingombro, per il peso e per la lunghezza dell'antenna
non era possibile avere degli apparati "trasportabili"; come già detto
in altre pagine il peso era sull'ordine delle decine di kg e le dimensioni erano
tali da riempire buona parte del bagagliaio dell'auto. Inoltre l'intera
apparecchiatura per funzionare aveva bisogno di molta energia che veniva
prelevata dal motore dell'auto o dalla batteria stessa; era quindi difficile
provvedere anche ad un sistema di alimentazione adeguato nel caso si volesse
progettare un apparato trasportabile (non si può parlare di portatile...!).
Nel 1980 gli abbonati al
servizio radiomobile di conversazione sono circa 2000e quelli abbonati al
sistema radiomobile di avviso son circa 400
Il sistema RTMI raggiunge un punto di saturazione dopo
alcuni anni,
in seguito ad una domanda maggiore di quella prevista. Si pensi a tal proposito
che gli abbonati di Roma e Milano erano la metà di quelli totali in tutta
Italia. Il servizio cessa nel 1985 quando gli abbonati erano 5300.
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Copertura radioelettrica della rete RTMI nel 1980. Fonte: Telecom Italia
Mobile (TIM) |
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