Ipse 2000 doveva essere un gestore di telefonia
mobile del nostro paese,ma fallì ancor prima della commercializzazione dei suoi
servizi. Sulla vera storia di IPSE c'è della nebbia in quanto in questa storia
si intersecano affari politica e potere... ma cerchiamo di fare un piccolo
riassunto degli eventi.
IPSE nasce nel 2000 e gli azionisti di maggioranza
sono il Banco di Roma, Fiat, Acea, la società spagnola "Telefonica" ed Edison.
L'anni successivo IPSE si aggiudica per 4.000 miliardi di lire una licenza per
l'utilizzo delle frequenze del sistema UMTS e subito dopo firma con Vodafone un
accordo di roaming affinchè ai futuri clienti potesse venir garantita la
copertura. Il 6 aprile 2002 in seguito ad una crisi all'interno dell'azienda
vengono licenziati tutti i dirigenti e di li a breve anche tutti i dipendenti. A
Settembre il governo intima a IPSE l'inizio della commercializzazione dei
servizi, pensa la revoca della licenza. Il 21 novembre 2003 vengono licenziati
gli ultimi dipendenti e l'anno successivo, nel 2004, IPSE riconsegna le licenze
per l'uso delle frequenze UMTS.
Subito dopo la vincita della gara per l'appalto alle
frequenze UMTS comincia da parte di IPSE2000 la costruzione dell'azienda nel suo
organico; viene nominato Celli come presidente e vengono assunte diverse
centinaia di laureati, ai quali vengono dati faraonici benefit e ottimi
stipendi. Addirittura nel 2001 era già pronta la campagna pubblicitaria con
tutti gli spazi prenotati, ma ad una settimana dal lancio arrivò lo stop. Anche
le prime antenne erano state montate ed erano anche cominciati con esito
favorevole i primi test su di esse. Quindi perchè si è arenato tutto?
Le cause della crisi pare vengano da fatto che i
soci non volevano più mettere i soldi necessari perché non si sapeva chi dovesse
e potesse comandare. Il socio industriale, Telefonica, aveva,
come tutti, le idee poco chiare sull'Umts. Per di più, per le decisioni
strategiche, aveva bisogno dell'accordo di due rappresentanti dei soci
finanziari. E questi erano incerti perché nella fretta di costituire la società,
si erano dimenticati di prevedere la way out, la modalità per
uscire dall'azienda con profitto. Così le decisioni erano bloccate. I soci hanno
dovuto toccare con mano l'ipotesi di perdere tutto per trovare la soluzione,
tattica: Telefonica si prende più responsabilità, presta i soldi all'azienda e
intanto discute la way out degli italiani, rinuncia al Gprs, prepara l'Umts,
chiede al management un piano comprendente anche la riduzione del personale.
Che Celli, il presidente di IPSE 2000, ci stia non è
sicuro. Che l'idea funzioni lo è ancor meno. Ma che non ci si aspetti una tale
improvvisazione da aziende come queste, invece, è certo. È come se tutta la
storia fosse stata guidata da un manipolo difunzionari che per non prendersi
responsabilità personali accettavano i rapporti degli analisti finanziari come
verità rivelate: investendo quando gli analisti gonfiavano la bolla tecnologica,
per poi ritirarsi quando è subentrato il pessimismo.
Celli dal canto suo commenta così le cause che hanno sancito la fine prematura
della sua avventura imprenditoriale: "Se volessimo azzardare un'analisi di
carattere sociologico dovremmo fare i conti con le miserie di un capitalismo,
insieme, arrogante e pasticcione, presappochista oltre ogni decenza e avvezzo
alle furbizie del piccolo cabotaggio senza orizzonti. Dovremmo parlare (e
sarebbe un lungo capitolo) dell'inaffidabilità di analisti e strateghi
finanziari, con la loro irresponsabilità vergognosa nel segnare le sorti di
imprese che sono fatte di sudore e fatica, a fronte della loro asettica, falsa
neutralità." e poi continua : "Ipse ha ballato una sola estate. Noi non
vogliamo scordare quanti hanno danzato con noi".
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La storia della
prima telefonata con un cellulare, era il 1973...
.... ma già nel 1910
Ericsson telefonava in auto.....
La mia collezione
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