NEW YORK — La prima emozione l’abbiamo provata al cinema: è successo guardando Michael Douglas nei panni di Gordon Gekko, l’affascinante finanziere del film «Wall Street», passeggia in spiaggia portando all’orecchio il primo telefono cellulare «hollywoodiano». La scena oggi fa tenerezza perché il cellulare in questione è una sorta di mocassino ortopedico di quasi un chilo. Era il 1986. Di strada ne abbiamo fatta: da quei primi rozzi telefoni fino ai sofisticati modelli con macchina fotografica incorporata.
INIZI — Tutto comincia con un colpo di telefono (fisso): lo fa Martin Cooper — il manager della Motorola (Illinois) che nel 1973 aveva sviluppato per la prima volta un telefono cellulare ed effettuato la prima «telefonata mobile» — a Rudy Krolopp, un tizio scorbutico ma geniale con la fama di quello «che inventa le cose». Martin chiama Rudy una mattina di marzo del 1973 e gli fa: «Ho bisogno che metti a punto questa idea per un telefono da portare a spasso. Senza fili». Krolopp, appassionato di aerei radiocomandati, non pare entusiasta. Risponde: «Okay Martin, quando ho un po’ di tempo mi ci dedico». E l’altro: «Hai sei settimane». Fine della telefonata. Krolopp ricorda così quei giorni: «Avevo 12 persone nel mio team, ci chiamavano le canaglie dei lavoretti sporchi. A quei tempi non esistevano esperienze precedenti su cui basarci, dovevamo inventarci tutto. Concessi loro tre giorni: dovevano tornare con dei prototipi di cartone». Questo era lo scopo del lavoro. Oggi Rudy è un ingegnere in pensione di 73 anni, e per tutti è il papà del moderno telefonino.
MATTONE — Da quella conversazione trascorsero sei mesi. Il 21 settembre la Motorola annunciò la nascita del primo telefono portatile della storia: il
DynaTAC
. Per il design Krolopp si ispirò a un paio di scarpe, tanto che battezzò il progetto «shoe phone». L’idea era venuta guardando la serie tv «Ispettore Smart», le avventure demenziali di una spia che finge di usare ogni oggetto come un telefono. Poi il nome cambiò in «the brick», il mattone. Del resto, con quasi 8 etti di peso, per chiamarlo telefono portatile serviva un po’ di fantasia. Il modello di Cooper di dieci anni prima pesava oltre un chilo.
COSTI — Certo, «il mattone» senza fili non fu subito un oggetto popolare visto che venne messo in vendita a 3.995 dollari
(dell'epoca...!). La sfida, però, era lanciata. A settimane da quell’annuncio anche l’Ameritech Mobile Communications presentò il suo primo prototipo di cellulare. La Ameritech aveva stabilito una centralina in cima a un grattacielo creando il primo «network» per cellulari. Scott Erickson, ingegnere che lavorò a quel progetto, ricorda: «Nessuno di noi capiva cosa stavamo facendo. Né immaginava che cosa stessimo anticipando».
ATTESA — La fama del telefono «magico» si fece strada alla svelta. In un paio d’anni sarebbe diventato un simbolo per ricchi e potenti. Ma la tecnologia non andava di pari passo con i desideri della gente e per stabilire nuove centraline servivano 40 settimane. Le centraline a quel tempo avevano le dimensioni di un piccolo appartamento ed erano otturate di interfacce, fili, amplificatori e di ogni tipo di bestialità tecnologica. Oggi, nell’era digitale, tutto quel materiale è contenuto in uno spazio grande come un comodino.
FUTURO — Rudy Krolopp osserva compiaciuto il nuovo modello Motorola T720 (appena 99 grammi) e prova nostalgia: «A volte i telefoni sono così piccoli che la gente sembra stupida mentre ci parla dentro». Svela un retroscena: quando il suo team gli presentò i risultati di quei tre giorni di lavoro, decisero assieme in un ristorante (e dopo molto vino) che il «telefono mattone» era il migliore. Scartarono lo StarTac, modello che nel ’96, ripreso e rivisitato, sarebbe diventato cellulare dell’anno. «Cosa ci aspetta in futuro? — si chiede Krolopp —. Guardate la strada fatta in così poco tempo e capirete che è impossibile prevederlo. Ma sono certo che qualcuno, come me allora, sta lavorando a un’altra rivoluzione».
Riccardo Romani 24 marzo 2003
Corriere della Sera
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Il Motorola
Dynatac del 1973, con i suoi 1130 grammi di peso è veramente lontano dai
telefoni a cui siamo abituati. Senza display e senza nessuna funzione
particolare (se non la possibilità di parlare, ascoltare e comporre i numeri di
telefono) utilizzava 30 schede elettroniche per funzionare. Per ricaricare la
batteria, che garantiva un'autonomia di soli 35 minuti in conversazione,
occorrevano oltre 10 ore. |
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La storia della
prima telefonata con un cellulare, era il 1973...
.... ma già nel 1910
Ericsson telefonava in auto.....
La mia collezione
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